Archivi del giorno: 1 ottobre 2013

Hai ragione, ma devi pagare.

Nonostante la riforma del processo civile del 2009, mediante la quale è stato imposto al giudice di porre a carico della parte soccombente l’onere di pagare le spese processuali, salvo casi eccezionali che devono essere motivati, si continua ad assistere alla discutibile compensazione delle spese. Il che equivale a non fare giustizia giacché il costo del processo (cui si aggiunge il costo dei professionisti che vi lavorano) si scaricherà inevitabilmente addosso alla parte totalmente vittoriosa, premiando oltremodo il soccombente, spinto a resistere ad oltranza. Sia ben chiaro, ci può stare la compensazione, ma in ragione della (effettiva) reciproca soccombenza. Assistere invece alla non rifusione delle spese «in dovuta considerazione dell’esistenza di controversie sulle questioni proposte» desta stupore. È come se l’Autorità giurisdizionale, chiamata a rispondere, non avesse una precisa posizione sul contendere; ovvero non riuscisse a dirimere la vertenza neanche con gli indirizzi della Suprema Corte di Cassazione; ancora giustificasse il contenzioso sulla scorta dell’enorme mole di norme (anche dicotomiche tra loro) che il nostro schizofrenico Legislatore ci regala da anni. Se si vuole realmente diminuire il carico della giustizia in Italia, occorre far desistere il debitore incallito. Egli andrà fino in fondo sulla “certezza” dei dubbi interpretativi e nella cronica ambiguità delle pronunce (di recente due sentenze della Cassazione, stessa sezione, a distanza di poche ore l’una dall’altra, hanno statuito sulla medesima vicenda in modo diametralmente opposto).

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