Archivi del mese: settembre 2013

Tutto aumenta, anche il costo della giustizia.

Da domani 1 ottobre 2013 oltre ad aumentare l’IVA aumenterà, con preavviso di un solo giorno lavorativo, anche il costo delle esecuzioni presso il Tribunale di Roma. O meglio. Aumenterà il costo del deposito previsto per “passare” gli atti all’UNEP. La notizia però era nell’aria. Il buon Avvocato si sarà fatto dare il necessario acconto spese in funzione del previsto aumento. Va da sé che, qualora scaduti i giorni previsti dall’ultimo atto dell’Ufficiale Giudiziario, il resto delle somme che il legale doveva ritirare dalle casse restituzioni andrà inesorabilmente ad rimpinguare il conto corrente dello Stato. Calcolando che diversi avvocati non riuscivano (per disparati motivi) a ritirare i detti importi, il guadagno relativo non appare di poca entità.
Ma fin qui tutto ci può stare. Gli Avvocati sono abituati a farsi carico delle sempre maggiori incombenze, scaricate addosso ai legali in maniera scriteriata.
Lascia perplesso l’ulteriore balzello preteso al momento del passaggio degli atti alle esecuzioni: € 2,00 di marca per “quietanza”. Ma quietanza di che ? Della consegna del titolo esecutivo e precetto che mi impongono di depositare in copia, giacché non voglio responsabilità in caso di smarrimento del titolo e precetto originali ?

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Magistrati che diventano avvocati – Conflitto di interessi – Art. 37 del Codice Dontologico Forense

Nella giornata di ieri veniva celebrata un’udienza penale e, con mia enorme sorpresa, ho appreso che il legale della parte civile era una persona molto nota la quale aveva in precedenza ricoperto proprio il ruolo di P.M. nelle indagini di quella causa.
Lo stupore non deriva dal fato che il neo avvocato (mi risulta da poco iscritto all’Albo) svolga ora questa professione. Nemmeno dal fatto che abbia scelto di farlo dopo una lunga carriera da magistrato. Mi stupisce che gli venga consentito di difendere la parte civile di un processo dopo che la sua funzione è stata quella di acquisire le informazioni necessarie per la formulazione del capo d’accusa. In tal senso la sua posizione (benché sovrapponibile a quella dell’attuale P.M.) è evidentemente privilegiata rispetto a quella dei difensori degli imputati. A prescindere da quanto prevede il Codice Deontologico Forense (del quale di seguito riporto il possibile articolo di riferimento), non comprendo come i Giudici di quella causa possano aver sorvolato sul fatto. Anzi, temo di poterlo comprendere.

“Art. 37 – Conflitto di interessi.
L’avvocato ha l’obbligo di astenersi dal prestare attività professionale quando questa determini un conflitto con gli interessi di un proprio assistito o interferisca con lo svolgimento di altro incarico anche non professionale.
I. Sussiste conflitto di interessi anche nel caso in cui l’espletamento di un nuovo mandato determini la violazione del segreto sulle informazioni fornite da altro assistito, ovvero quando la conoscenza degli affari di una parte possa avvantaggiare ingiustamente un altro assistito, ovvero quando lo svolgimento di un precedente mandato limiti l’indipendenza dell’avvocato nello svolgimento di un nuovo incarico.
II. L’obbligo di astensione opera altresì se le parti aventi interessi confliggenti si rivolgano ad avvocati che siano partecipi di una stessa società di avvocati o associazione professionale o che esercitino negli stessi locali.”

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Responsabilità Magistrati: “Ad impossibilia nemo tenetur” ?

La Commissione Europea invia una lettera di messa in mora all’Italia per limiti eccessivi alla responsabilità civile dei magistrati.
Procedura di infrazione che, nel territorio nazionale, riaccende i toni sull’argomento tanto discusso (e da alcuni temuto) degli errori giudiziari e del loro effettivo ristoro.
Pare chiaro che il punto cruciale del tema nostrano non riguarda l’ampliamento della casistica dei casi su cui i giudici devono essere responsabilizzati ma, diversamente, la concreta possibilità del cittadino comune di poter procedere contro il dipendente pubblico (i.e. Magistrato) per un suo “evidente” errore.
Chi sbaglia, paga. Così dovrebbe essere. Sarà possibile ottenere una condanna per l’errore giudiziario ?
La procedura prevista nel 1988 per consentire l’accertamento di questa responsabilità, sembra invece studiata per verificare, solo in astratto, possibili colpe dei giudici.

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Iura novit curia… o almeno così dovrebbe essere.

Un Giudice conosce le leggi. Altrimenti non sarebbe un Giudice. Altrimenti le parti dovrebbero spendere tempo ed energie per far conoscere le leggi al Giudice. Invece no. Le leggi esistono, non se ne ammette l’ignoranza, tanto meno da parte di un Giudice. Il quale può anche ammettere (nell’odierno groviglio di norme) che dei passaggi gli siano sfuggiti. Allora, onore a quel Giudice. Ma non si può, in questo caso, imporre comunque alla parte di rimediare alla lacuna. E se non ci riesce, magari perché non ha con sé il T.U. di riferimento ? Ha uguale colpa ? Non credo. Iura novit curia (non la parte).

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Mi difendo, attaccando.

La notizia che il comandante (con la “c” rigorosamente in minuscolo) Schettino ha accusato il timoniere della manovra azzardata della Concordia, non deve sorprendere. È tecnica di alcuni non argomentare sulle proprie azioni, ma distogliere l’attenzione modificando l’angolo visuale verso cui, fino a quel momento, tutti si erano indirizzati. Schettino ha abbandonato la nave, dato inconfutabile: ma per il reato più grave, più difficile da giustificare, guai a provare che si è fatto il possibile che si possa chiedere ad un Comandante di una nave, meglio disimpegnare la propria condotta aggravando quella di altri.

Altro esempio è quello che leggo oggi da un quotidiano locale. Per il famoso “stupro del Quadraro” i presunti violentatori si difendono asserendo che la donna era consenziente.

Se non li puoi convincere, confondili.

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Soppressione dei tribunali minori

La giustizia è come una fisarmonica. Ma di quel bellissimo strumento musicale ha preso solo l’aspetto dinamico, non anche il riflesso soave del suono. Se ci sono i soldi, la macchina della giustizia si espande, si estende, crea tribunali, aumenta gli organici. Così è successo tanti anni fa quando, ad esempio nel circondario di Roma, si decise di circoscrivere la competenza del tribunale di Roma entro il (sacro) G.R.A. aumentando i tribunali limitrofi; furono felici i magistrati rimasti nella capitali (già privilegiati), un po’ di meno chi fu costretto a prendere funzione distante dalla residenza romana. Oggi (meglio, dal 14.9 scorso) si torna indietro. Ma guai a restituire competenza territoriale al tribunale di Roma oltre il raccordo anulare.

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La cassa incassa un voto negativo

S’è votato per l’elezione dei delegati alla Cassa Forense. Pare che la votazione abbia deluso un po’ tutti, per la bassa affluenza dei votanti, almeno su Roma. Vi sorprende ? A me, no.  Vi sorprende che la mancanza di un vero e proprio programma elettorale possa aver dissuaso molti Colleghi dal “regalare” il voto ?

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La categoria forense

Gli Avvocati, in vista e per il fatto dell’esercizio della professione, si trovano in una posizione che ha aspetti di peculiarità che oggettivamente la differenziano da quella di tutti gli altri prestatori d’opera intellettuale, ed è certamente diversa rispetto a quella di tutti gli altri cittadini.
L’Avvocato deve aver superato esami di Stato, avere i necessari requisiti per poter essere iscritti agli albi e poter esercitare la professione, deve essere tenuto ad osservare nello svolgimento dell’attività anche norme non scritte oltre a quelle deontologiche sottostando, quindi, al controllo del Consiglio dell’Ordine competente.
Condizioni, limiti e limitazioni che risultano posti a tutela dell’interesse di tutti i cittadini ed in particolare di quelli che agli Avvocati si rivolgono per la difesa e rappresentanza in sede giudiziale o nella materia stragiudiziale.
Tutto ciò deve suggerire alla classe forense di ricompattarsi e perseguire, nel reciproco rispetto degno di chi condivide oneri e onori della Nostra professione, le finalità cristallizzate a livello Costituzionale.

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